Conversazioni al Bar: Fantasy

al-barLéo (o Leò, che dir si voglia) è uno dei pochi bar decenti del centro dell’Aquila. Anzi, ora come ora è proprio l’unico. Intimo e accogliente, è gestito da un signore e una signora, fratello e sorella, sempre col sorriso sulle labbra. Con gli amici si va quasi sempre lì, ora per prendere un caffè, ora per sorseggiare una cioccolata calda. E le conversazioni sono spesso assurde. L’altro giorno, ad esempio, sono andato con alcuni amici da Léo ( o Leò, che dir si voglia) e ci siamo seduti al tavolo con una coppia che non conoscevo. Considerate che era una giornata no; avevo appena scoperto che l’esame di francese sarebbe stato più difficile del previsto, quindi mi giravano un po’. Comunque, si inizia parlare del più e del meno, poi avviene l’inevitabile.

Lei: Tu sei Luca, giusto? Che fai nella vita?
“Che faccio nella vita?”, penso sconvolto. “Ma che sei mia nonna?”
Io: cerco di laurearmi.
Lei: Chi non ci prova!
Amica comune: Luca si imbarazza a dirlo, ma lui scrive.
Lei: Hai scritto qualcosa sul terremoto?
“E ti pareva”, penso io.
Io: No no, un romanzo fantasy.
Lui (il ragazzo): Una storia di fantasia?
Io: sì.
Lui: Per bambini o per adulti?
Io: Una cosa non esclude l’altra.
Acido io? Un pochino…
Amica (che cerca di rimediare): Un romanzo fantasy molto bello, si intitola “Il silenzio di Lenth”.
Lui: Ah sì, l’ho visto da qualche parte.
Io: In libreria?
Lui: Penso di sì.
Ma come “penso di sì”? Dove vuoi averlo visto, dal parrucchiere?
Lei: Ma è una storia con draghetti e fatine?
Amico (che cerca invano di rimediare): No, no, è per adulti!
Io: Scusate, ma una storia per adulti non potrebbe contenere i “draghetti”?
Lei: Be’, se è per adulti…
Io: Ah capisco. Quindi romanzo fantasy per adulti è uguale a fantasia limitata.
Lei: Esatto, più o meno.
In quel momento scoppio a ridere. Sono costretto a darle ragione per non continuare la conversazione.

Questo per dire che alle volte, certi stereotipi, sono duri a morire. Davvero duri.

22 Comments

  1. Eh sì, gli stereotipi sono duri a morire. E pessimisticamente parlando, credo che nel nostro bel paese non se ne andranno mai. Alla faccia del fatto che siamo stati la culla del Rinascimento. Secondo me, il problema é che, quasi inspiegabilmente, manca quasi del tutto la concezione del Fantastico e delle sue varie forme espressive.
    Ti lascio immaginare a volte cosa succeda quando si tenta di parlare di giochi di ruolo a chi non ne sa niente…anni fa mi sono sentita dire “Alla fine chi ama queste cose é perché vuole fuggire dalla realtà e preferisce immaginarsi gli omini verdi” (omini verdi?!?). Ovviamente, detto da chi non ha mai provato una sessione di gioco e magari non ha nemmeno capito di cosa stai parlando perché sin dall’inizio non é disposto ad ascoltare. Così come i manga, o comunque tutto quello che é in qualche modo legato alla fantasia. Chi trova preoccupante che chi si avvicina ai trent’anni legga “i giornalini” (finché sono libri, va bene…come se non ci fossero quintali di brutti libri e quintali di ottimi fumetti), chi non riesce a comprendere come ci si possa interessare a cose che “non sono storie vere”, e compagnia bella. Tutto cambia quando un hobby o una passione producono soldi. Allora gli si trova una giustificazione, come se di per se stessi non valessero.
    Alla fine, la tua reazione è quella giusta. Lasciar perdere il confronto con chi sin dall’inizio è arroccato in una posizione. Perché in realtà non ti ascoltando. Sino a qualche tempo fa, io tendevo ad infervorarmi e qualche volta a litigare, ma ci si trova sempre di fronte all’atteggiamento di superiorità di chi è convinto di essere più maturo perché nella vita pensa a ben altro che alla fantasia. Come se chi ama l’immaginario non vivesse nella realtà, e non dovesse affrontare la vita quotidiana. Senza porsi la domanda se per caso chi riesce ancora ad immaginare e ad appassionarsi non riesca a vivere meglio anche la realtà.

  2. Guarda, l’altro giorno su aNobbi mi sono imbattuto in una discussion (su di un gruppo dedicato al fantasy) in cui un’utente era convinta che ‘Il dardo e la rosa’ fosse un fantasy ber bambini/ragazzini. Ora, io non so se tu conosci questo libro… si tratta del primo volume (un ‘mattonazzo’) di una trilogia. La particolarità della storia è che nel regno dei protagonisti esiste una sorta di ‘comandamento’ religioso che dice: ‘Ama a tuo piacimento’ (e non parlo di amore platonico). Da questo fatto ne conseguono molti altri tra cui un’educazione particoare che viene data a certi bambini in vista di un loro futuro da ‘schiavi’ sessuali. Ora, il discorso è in verità ben più complesso, ma in due righe…
    Ecco, questa utente, pur non trovando questo libro nel reparto per bambini, era convinta fosse destinato a loro, senza nessun motivo apparente! Questo per dire che il pregiudizio da te citato è, purtroppo, ben presente anche in lettori a cui il fantasy piace.

  3. @Agente Smith: Guarda, io ho frequentato il Liceo Scientifico prima di Lettere e Filosofia, quindi non proprio un indirizzo umanistico. ^^ Questo per dire che tutto dipende dalla propria inclinazione; bisogna leggere, esercitarsi, una passione che nessuno può insegnare. Poi prendi Miki Monticelli o Licia Troisi; loro non hanno seguito studi umanistici eppure sono eccellenti scrittrici!

    @Fos87: Esatto. Nella mia facoltà non tutti hanno la passione per la lettura, pur frequentando corsi di scrittura e di letteratura. Svolgono i loro compitini, ripetono a memoria quello che c’è da ripetere e se ne fregano di imparare davvero. Poi basta fare un salto alla Facoltà di Informatica per trovare decine di persone che leggono Calvino e Wilde.

    @Miki: Wé, ti ho appena presa come esempio! =P Penso che comunque un po’ tutti ci ritroviamo in mezzo a simili conversazioni. Sembra di stare in una puntata de “Ai confini della Realtà”!

    @Okamis: Sai cosa è ancora più grave? Che le persone di cui ho parlato leggono autori importanti solo per essere alla moda. Non li apprezzano davvero, non hanno mai sviluppato un vero e proprio gusto, delle inclinazioni specifiche. Marionette, ecco cosa sono!

    @Narelen: Io ricordo ancora alcuni articoli, scritti da psicologi, in cui ci si riferiva ai manga come “cose cattive, che possono portare ad atteggiamenti socialmente sconvenienti”. Se è per questo anche la tv generalista può indurre ad “atteggiamenti socialmente sconvenienti”. Certo, se dopo aver visto una puntata di Dragon Ball mi lancio dalla finestra, non è colpa del cartone!

    @Vocedelsilenzio: “Il dardo e la rosa” non l’ho letto, ma me ne hanno parlato benissimo. Tra l’altro, tanto per essere superficiali, ha anche un titolo particolare; quindi niente “Avventure del Dardo” o “Cronache del Dardo”. Questa gente comunque è la stessa che giudica i romanzi dalla copertina! Meglio lasciarla perdere, è inutile cercare di convincerli a cambiare idea!

  4. @Fos87: Grazie della risposta…..almeno posso sperare di diventare un scrittore anche senza fare lettere ^^

    @miki: ingegneria ? non dirmi che vai al poli di torino perchè allora potrei anche averti incrociata ^^
    ps:per la cronaca anche io non sono dante 🙂 neanche un suo capello ^^

    @Luca: Sì è vero ci sono esempi eccellenti di scrittori che non hanno una formazione letteraria…..meno male ^^ dici bene esercitarsi è tutto, credo proprio che prima di proporre il mio romanzo ad un editore lo rivedrò diverse volte perchè crescendo cambia lo stile e devo dire che leggendo gli scritti di 3 o 4 anni fa mi sembrano immaturi e incompleti e se da un lato questo mi scoraggia un po’ dall’altro penso che se mi sembrano così è perchè sono migliorato sennò mi sembrerebbero ancora buoni ^^

  5. Sicuramente bisogna rivedere i propri scritti, ma dopo un po’ bisogna anche buttarsi. Chi ama davvero scrivere, sa che la perfezione non esiste; ogni giorno si imparano cose nuove, è un dato di fatto 😉

  6. Sì condivido infatti nella prima stesura butto biù quello che mi viene senza pensare troppo….però poi rivedendola giorni dopo mi accorgo che anche se per me andrebbe bene chi non conosce la storia e i luoghi non riuscirebbe ad immergersi fino in fondo quello che faccio è solo un lavoro di rifinitura, il resto è tutta fantasia ^^

  7. @ A. Smith: No, io ho già dato… a Firenze, niente Poli a Torino!

    @Luca: Poh! (riguardo a moi) Eccellente scrittrice…?!?! Ri-Poh! 😉 Non avrai un pochino esagerato? Io mi sento e continuo a sentirmi come uno che gioca col piccolo chimico delle parole… da un momento all’altro potrebbe esplodermi il laboratorio in faccia… ehm… 😀

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