Recensione: Estasia, Nemesi

estasia_nemesi“È trascorso un anno dalla morte del Bianco Prescelto e la situazione alla Torre Bianca è sempre più critica, la Regina Darmha non si dà pace per la fuga della figlia Slicha e il rapporto con Eufònio si sta incrinando. Cathbad e i Sette Canuti, con l’aiuto dei Paladini Coran e Bolak, tentano invano di ottenere l’appoggio dei popoli del Regno per contrastare Disperio che sta progettando un piano diabolico: con l’aiuto di Domitilla e delle Streghe Trigelle, è intenzionato a impossessarsi del Caleidoscopio, un oggetto tramandato dagli Avi e capace di aprire il Varco tra i Due Mondi… Il destino è appeso a un filo, l’ultima guerra di Estasia è alle porte!”

Devo dire che la saga di Estasia è strana. E’ strana perché i tre romanzi che la compongono sono diversi tra loro, ognuno con una propria struttura e impostazione narrativa. Il primo libro è semplice, una storia con molti richiami al fantastico classico, un prescelto destinato a salvare un mondo misterioso, imparando però a conoscere se stesso. Il secondo libro invece è complesso. Tre storie parallele studiate in dettaglio, ma che tendono a confondere un lettore poco attento (proprio a causa delle situazioni e dei personaggi che assumono ruoli diversi a seconda dei mondi paralleli in cui si trovano). Il terzo libro, questo, è ancora più strano. In senso positivo ovviamente. C’è una virata al fantasy classico; tutto quello che è stato detto e introdotto nei primi due capitoli della saga viene reinventato e rivisitato in modo diverso. Sembrerebbe “Guerra” la parola che domina su tutto e su tutti, invece per me è “dualismo”. A prescindere dalla Voce e dal suo legame con Disperio, in questo “Estasia Nemesi” ogni personaggio diventa reale. Bene e male, luce e ombra, amore nel dolore e paradiso nell’inferno, per citare l’autore.

Estasia è sempre stato il mondo del bianco e del nero, ben diverso dalla nostra dimensione, dove le sfumature di grigio sono così tante da perdersi. Ma la realtà irrompe anche in questo luogo idilliaco, corrompe animi che credevamo già corrotti (Disperio), svela il passato degli insospettabili (Cathbad) e mostra che non esiste la purezza fine a se stessa (Darmha è qui una donna e non più la bontà fatta persona). Caratterizzazione quindi, pura caratterizzazione. Inutile dire che è stato quindi il romanzo che più ho apprezzato della trilogia, anche per lo stile dell’autore che qui è adatto alle storie raccontate.

Anche se, onestamente, il romanzo che preferisco di Falconi è “Prodigium”. A livello di trama, si intende. Oggettivamente e stilisticamente questo “Estasia Nemesi” però è un passo avanti a tutti.

Voto: 8/10

4 Comments

  1. non c’è che dire, devo cominciare dal primo, ne ho sentito parlare talmente bene…vai, quest’estate ne avrò da leggere 😀

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.