Recensione: Dragon Ball Evolution

dbevolutLa cosa bella dei posti di mare è che c’è sempre un cinema che ripropone film vecchi di mesi. Se non di anni. In questi giorni non ho fatto altro che scrivere, in un clima di religioso silenzio. Un monaco, ecco cosa mi sento. E mi piace, dal momento che non me ne rendo conto. Scrivo, scrivo e scrivo, mi immergo nel mio mondo e mi isolo da tutto il resto. Sono anche riuscito a trovare l’aforisma guida del secondo romanzo. Se quello del primo era “La verità rende liberi“, sul secondo domina una frase di  Gustave Flaubert: “L’avvenire ci tormenta, il passato ci trattiene, il presente ci sfugge“.
Credo sia chiaro chi saranno i protagonisti, le quattro croci e l’astro adamantino. In lotta con le loro memorie passate, con la paura di perdersi. Con la loro vera natura.

Ma torniamo al cinema. Dicevo, sono andato a vedere “Dragon Ball: Evolution”, un film che mi ero ripromesso di vedere ma che – causa terremoto – è svanito per mesi dai miei pensieri. Be’, ieri ho avuto la possibilità di rimediare. Assieme ad un paio di amici del liceo – misteriosamente riapparsi in questa landa desolata – siamo andati a farci del male. Sì, perché questo film è a dir poco osceno. Neanche mi spreco a scrivere una recensione, non servirebbe a niente.

Io con “Dragon Ball” ci sono cresciuto. E’ stato il primo manga che ho letto quando avevo tredici anni e uno dei primi anime di cui non perdevo mai un episodio. Davvero, quando il cartone veniva mandato in onda alle 13,45 mi facevo la strada liceo-casa con le ali ai piedi; e nelle rare giornate in cui uscivo tardi da scuola, avevo insegnato a mia nonna come registrare le puntate. Col tempo ero anche riuscito a spiegarle come saltare le pubblicità!

Immaginate quindi la mia delusione nel vedere questo film. Che fosse una pacchianata lo sapevo, un blockbuster senza pretese; quello che mi fa infuriare è la troppa comicità, che da autoironia sfocia facilmente nell’autocommiserazione. Come a dire “siamo pur sempre attori di un film tratto da un fumetto! Che pretendi?”.

Un vero peccato visto che gli effetti speciali sono a dir poco perfetti e ben realizzati. Ad eccezione del Drago – che sembra più una lucertola – le varie onde energetiche sono sfumate benissimo, sembrano quasi reali. Persino l’antagonista, trashissimo sulla carta, rende bene.

Ma qui sono di parte. James Marsters è un genio; in Buffy interpretava uno Spike perfetto, qui riesce a conferire dignità e credibilità ad un mostricciatolo verde dal nome ridicolo: Piccolo. Geniale.

Storia: 1

Costumi: 6

Recitazione: James Marsters 9, gli altri 1

29 Comments

  1. si beh, devo dire che non sapevo proprio cosa scrivere, nel senso… è fatta coi piedi. Mi servirebbero un pò di tue informazioni *,.,*
    Più che altro Il silenzio di Lenth è il primo di una trilogia? E questa trilogia si chiama? Il silenzio di lenth? So che forse chiedo troppo però >_> Poi che posso mettere in + nella biografia?

  2. A me piace tantissimo! *_*
    La trilogia a dire il vero non ha nome, ogni romanzo ha un titolo differente. Qualche cosuccia autobiografica è qui http://www.lucacenti.it/info/ per qualunque altra cosa chiedi pure! Io intanto corro a costruirti una statua come ringraziamento! XD

  3. Ma và di che XD Dobbiamo solo sperare che non la cancellino per qualche stramaledettissima violazione di nonsocosa XD

  4. Io tanto l’ho stampata! XD E ho anche fatto uno screencap, quindi sono sicuro di poterla rileggere! Speriamo che non la cancellino ç__ç

  5. D’accordo, sperem! Io vado ora e ricordati che la statua la voglio crisoelefantina XD

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