Recensione: Cime Tempestose

cime_tempestoseHeathcliff, figlio di ignoti, è stato allevato da Earnshaw. Alla sua morte, il figlio Hindley tormenta Heathcliff che trova conforto in Catherine, sorella di Hindley, di cui si innamora. Rifiutato dalla ragazza, fugge. Tornato dopo tre anni, trova Catherine sposata a Edgar Linton di cui sposa la sorella che, per vendicarsi, maltratta. Catherine intanto muore, tormentata dal rinato amore per Heathcliff, dopo aver avuto una bambina. La rabbia di Heathcliff si scatena anche contro Hareton, il figlio di Hindley, ormai ridotto in suo potere. Heathcliff muore distrutto dal suo stesso odio. Infine la figlia di Catherine, Cathy, e Hareton potranno vivere felicemente insieme. “

Ho appena finito di leggere “Cime Tempestose” e per la prima volta, fatico a trovare le parole per descrivere un romanzo. Lascerò quindi ad Heathcliff l’arduo compito:

“Che cosa infatti non richiama, per me, il pensiero di Catherine? Io non posso guardare questo pavimento perché vedo il Suo volto disegnato nelle pietre! In ogni nube, in ogni albero… presente nell’atmosfera notturna, visibile a lampi, di giorno, in ogni oggetto… sempre io sono circondato dalla sua immagine! Le facce più comuni d’uomini e di donne… i miei lineamenti stessi si prendono gioco di me con l’ombra di una somiglianza. Il mondo intero è una terribile collezione di ricordi, testimonianze ch’Ella è esistita e ch’io l’ho perduta! Ebbene, poco fa, era per me il fantasma del mio amore immortale, dei miei sforzi selvaggi per far valere il mio diritto: della mia degradazione, del mio orgoglio, della mia infelicità, della mia angoscia…”

La storia si svolge nella cupa e selvaggia brughiera dello Yorkshire, in due diverse tipologie di palcoscenico: la “tempestosa”, villa in cui vive Heathcliff e Thrushcross Grange. E’ strano però come Emily Brontë riesca a nascondere al lettore questi “limiti” spaziali. Solamente al termine della lettura, riflettendo sul romanzo, ci si accorge di questa macchinazione, per tutta la durata del racconto invece, si ha l’impressione di assistere ad una serie infinita di tumulti interiori: personaggi nei personaggi. Il lato umano di Heathcliff che si intravede appena sul finire, il suo lato oscuro, perfido, vendicativo, cattivo, selvaggio, buono. Emily Brontë sembra scacciare tutti quei dettami propri della letteratura della sua epoca, quello del “focolare domestico” in primis. Sebbene il romanzo sia narrato quasi del tutto da una domestica, e quindi in chiave femminile, si parla assai poco delle abitudini delle giovani dell’ottocento. Della loro educazione, della loro frivolezza. Anzi, a dirla tutta alcune note frivole ci sono nel romanzo, ma appaiono forzate e innaturali, in netto contrasto ad esempio con “Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen, in cui – ad eccezione di Jane e della protagonista – tutte le sorelle Bennet sono viste in chiave ironica. Emily Brontë disegna così un affresco realista e irrealista al contempo, personaggi femminili nati già forti caratterialmente, ma che nascondono la loro forza ora dietro l’innocenza ora dietro una parvenza di fragilità che mal gli di addice.

Gli attori si muovono su un palco fatto di amore ma soprattutto di odio, di rivalse e di vendette, di inganni e tradimenti. L’espiazione, ai personaggi della Brontë, non è concessa. Sino all’ultimo amano e odiano con passione, sino all’ultimo gridano ed invocano Diavoli e Dei, consapevoli del loro destino, sottomessi ad esso. Ma c’è poi qualcuno che alza il capo, che contrasta il fato; personaggi come Hareton, il cui percorso si conclude così come è iniziato: con la nascita di un amore inaspettato. Si dice che le colpe dei padri ricadano sui figli, che il dramma di Catherine ed Heathcliff abbia estirpato ogni forma di amore nella “tempestosa”. Be’, Hareton e Cathy sono la prova che, lottando strenuamente, si può affermare la propria indipendenza. Al di là del vincolo familiare e dell’odio tramandato.

Una cosa che ho apprezzato molto, è il continuo attingere a quelli che sono considerati i luoghi comuni della narrativa gotica. Apparizioni misteriose, visioni e sonni inquieti. Ma anche spiegazioni che tardano ad arrivare  nella migliore delle ipotesi e che nella peggiore non arrivano affatto. Quali sono le origini di Heathcliff? Come mai il dì della sua morte la finestra è aperta? Catherine è forse tornata indietro a riprendersi il suo amato? Credo che non lo sapremo mai.

Voto: 9/10

3 Comments

  1. Bellissimo romanzo, l’ho amato dal principio alla fine! Peccato per il tragico destino dei due eterni amanti, uno dei finali che più ho odiato. Ma sai che non avevo mai fatto caso alle citazioni “gotiche”?

    Baci baci,

    Ale

  2. Sicuramente la più bella dichiarazione d’amore che abbia mai letto, tuttavia l’ho trovato terribilmente morboso e angosciante=.=
    Ho preferito la sorellina Charlotte a Emily.

  3. Angosciante a dir poco! Io ogni tanto dovevo interrompere la lettura perché avevo voglia di strangolare la protagonista. Ad un certo punto ho preso a commiserare Heathcliff, mentre tutti gli davano addosso °_°

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