Al Supermercato

PIENOFinalmente riesco a scrivere di nuovo sul blog! Che liberazione! Ho trascorso gli ultimi giorni in totale isolamento, in compagnia del computer e dei tremila appunti che mi ostino a prendere su tutto quello che mi capita a tiro (scottex, carta igienica, fazzolettini per il naso, libri dell’università, Lucky…). Ho tantissime cose da scrivere e pochissimo tempo per scriverle e, come se non bastasse, continuano a venirmi in mente idee apparentemente geniali che non riesco a sviluppare! Stupide idee geniali, non potrebbero venirmi nei momenti di puro relax?

E a proposito di relax, chi di voi non ama andare al supermercato di sabato pomeriggio, verso le 15:00? E’ perfetto quando il tempo è poco e si ha voglia di staccare un po’ la spina. Specie se, proprio come oggi, si è stati a scrivere fino alle 4 del mattino e si è stati svegliati alle 8 perché uno zio rompiscatole ha pensato bene di venirvi a trovare. Alle 8 del mattino… dopo quattro ore di sonno. Comunque, oggi ho preso Bettyna, ho scelto un posto vicinissimo nel parcheggio deserto e sono entrato. Il supermercato, come ogni sabato pomeriggio, sembrava uno stadio durante un concerto delle Spice Girls: vuoto.

Ho preso rapidamente quello di cui avevo bisogno e ho raggiunto la cassa, godendomi la musica pigra e melensa in sottofondo. Ma proprio alla cassa è successo il fattaccio. Una donna sulla quarantina, con madre ottantenne al seguito, stava aspettando col suo carrello… mega-super-ultra-carico carrello. Davvero, credo ci saranno state un miliardo di cose lì dentro e tutte minuscole eh, niente confezioni d’acqua o carne. Solo prodotti minuscoli.

Inutile dire che ho subito chiesto se potevo pagare al volo le due cose che avevo in mano, anche se imbarazzato. Imbarazzato perché ogni volta che qualcuno con due cosette chiede a me di passare avanti, e io dico di sì, accade l’irreparabile: il tale si ricorda di dover prendere altri mille prodotti o paga con minuscole monetine invisibili. Be’, nel mio caso sapevo di potercela fare in circa due secondi.

Ma, alla mia proposta, l’ottuagenaria mi guarda in cagnesco. Giuro, l’ho proprio vista digrignare i denti e sbavare un po’. E dire che sembrava tanto simpatica da lontano! Aggiungeteci anche il seguente dialogo surreale con la figlia e avrete il quadro completo:

Figlia Quarantenne (stile Gandalf): Tu non puoi passare!
Io: Ehm… mi bastano due secondi.
Figlia Quarantenne: Anche a noi.
Io: Be’, il suo carrello è piuttosto pieno…
Figlia Quarantenne: Lo so com’è il mio carrello!
Io: Va bene…
Figlia Quarantenne: Sono cose che mi servono.

Davvero? E io che pensavo le comprasse per divertimento! Alla fine ho fatto finta di niente e ho aspettato il mio turno. Un’attesa di circa tre ore, che ve lo dico a fare. Morale della favola? Fate la spesa online, molto meglio.

11 Comments

  1. Ciao Luca!
    Purtroppo per quanto mi riguarda fare la spesa non è propriamente il massimo del relax… Però, riferito alla simpatica signora che ti ha risposto a quel modo… Dai, alla fine sarà stato il caldo (a furia di prenderla sempre con lui si vendicherà, me lo sento °_°)

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