Recensione: Il Clan della Lupa

clan_lupa“Le cose non sono sempre quel che sembrano. Questa amara verità è ben nota ad Anaïd Tsinoulis, che ha quattordici anni ma è talmente piccola e magra da dimostrarne dieci; e quel che è peggio, sua madre Selene è una vera bellezza, sensuale e provocante. Certo, Anaïd è intelligente, ma a che cosa serve essere intelligenti quando nessuno ti vuole? Ma ecco che all’improvviso Selene scompare. Forse una fuga d’amore? Sconvolta e angosciata, Anaïd si ritrova sola, accudita dalla maldestra zia Criselda, sorella di sua nonna materna. Ancora una volta, le cose non sono quelle che sembrano: zia Criselda e le amiche di Selene – Elena, Gaia e Karen – parlano di cose sinistre e pericolose, di profezie e tradimento, e in una notte indimenticabile rivelano ad Anaïd la verità: che è una strega, come tutte loro; che la stirpe a cui appartengono è in guerra da millenni con una stirpe di streghe malefiche e vampiresche; che Selene era l’eletta, indicata da un’antica profezia come colei che avrebbe deciso le sorti dello scontro; e che avrebbe tradito, mettendo a repentaglio l’esistenza di tutte. Turbata dalla rivelazione, impressionata dai nuovi poteri che emanano da lei con incredibile energia, Anaïd comincia un difficile viaggio dentro se stessa e dentro la magia più oscura, nel tentativo di strappare sua madre alle forze del male e di compiere la propria iniziazione di strega…”

Ho comprato questo romanzo per pura curiosità. Non tanto per la – brutta – copertina, quanto per la storia. Una storia di streghe originale, senza scuole di magia e trovate simili, ma ugualmente intrigante. Tutta la leggenda di O, madre di Od e Om, è studiata in dettaglio, così come i rituali che l’autrice descrive, appartenenti alla cultura mediterranea e celtica. Ma andiamo con ordine:

La storia si presenta, come ho già detto, subito intrigante e misteriosa. Colpisce dopo le prime pagine e costringe il lettore ad andare avanti, senza un attimo di sosta. I primi capitoli scorrono che è una meraviglia, non si può fare a meno di simpatizzare per la piccola protagonista e per i suoi complessi. Problemi così semplici e universali che un po’ tutti noi condividiamo – almeno in parte. Per tutto il romanzo Anaïd deve affrontare delle prove, che vanno dalle iniziazioni stregonesche alla ricerca di sé, ma non sempre l’esito appare scontato. Lei dopotutto non è l’Eletta, ma sua figlia. Sua madre ha tradito, almeno apparentemente, la causa del clan, si è schierata con le streghe rivali, quelle che si nutrono di sangue innocente per rimanere sempre belle e giovani; quelle che non esitano ad uccidere i neonati; quelle che non si fanno scrupoli ad usare la magia per fini indegni e puramente egoistici. La tentazione è forte: immortalità, immoralità e ricchezza. Poter fare ciò che si vuole con pochi, semplici rituali. Chi di noi si tirerebbe indietro? Peccato che il prezzo da pagare sia veramente alto.

Nelle prime cinquanta pagine vengono introdotti davvero tanti personaggi, ma Maite Carranza li caratterizza tutti egregiamente. Si destreggia con una naturalezza invidiabile – tanto invidiabile! – le bastano una, due frasi per rendere appieno l’idea che vuole trasmettere. Una comunicazione diretta, fluida, che aiuta anche nella lettura. Si macinano pagine su pagine senza accorgersi dello scorrere del tempo, la storia prosegue spedita salvo rari impedimenti. Ho trovato noiosi alcuni capitoli centrali, preferendo le parti in cui Anaïd si cimenta nella stregoneria e nel tentativo di avere una vita sociale. Tutte le birichinate con la bella della classe e il suo amico di infanzia del quale è innamorata, la ribellione ai dettami del clan, il voler essere speciale senza però caricarsi sulle spalle un fardello così pesante. E una boccetta di shampoo che si rivelerà fondamentale sul finale. Ok, non dico altro!

Voto: 8/10

39 Comments

  1. La serie di Lemony Snicket mi ha sempre incuriosito. Prendo nota, assieme a “La Guerra degli Elfi”.

    “Il libro del destino” però l’ho letto! Idem per “It” di Stephen King. =P

  2. Davvero?? A te come è sembrato Il libro del destino?? Io praticamente sono diventata una dipendente… Praticamente è ancve grazie a quel libro che ho comprato il tuo 😀

  3. Comunque è vero, per Anaid… Io ad ogni capitolo mi struggevo sempre di più. Tutte le cose che non doveva fare, ma proprio TUTTE le ha fatte… Mi ha deluso, la ragazza… Poi, quello che ha fatto ad Elena… Poverina. E per giunta non potrò MAI sapere se esce dal mondo Opaco. Cve amarezza 🙁

  4. Lo so cHe non c’entra niente, ma questa canzone mi ricorda troppo Il Libro Del Destino: http://www.youtube.com/watch?v=x2sd8UMUaIk
    è The Islander, dei Nightwish. Boh, forse perchè è cupa ma bella, forse perchè Annette Olzon (la cantante) mi ricorda un po’ Eynis, (e anche il cantante mi ricorda un po’ Daylin)… comunque secondo me è una bellissima canzone. Anche se non c’èntra niente u.u

  5. Il rapporto tra musica e scrittura (o musica e lettura) è stupendo. I Nightwish poi sono uno dei miei gruppi preferiti. =)

  6. Davvero? A me dei Nightwish piace solo quella… di quel genere prefrisco altri gruppi.

  7. Ah, meno male! sono andata in libreria con la scusa di cercare un libro e mi sono letta il resto del capitolo che mi mancava. Almeno so che quella sciagurata di Anaid non muore.

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