Recensione: Alice in Wonderland

Alice-burtonNiente di nuovo sul fronte occidentale. Sono andato a vederlo ieri – il cinema sembrava un lazzaretto! – e in linea di massima, concordo con Tanabrus. Tim Burton continua ad essere un genio, ma poteva fare di più. Fortuna che in qualche modo ero preparato, visto che è una produzione Disney “per tutta la famiglia”.

Dove si nota il tocco di Burton? Nelle scenografie (anche se alla lunga stancano, tutte uguali tra loro) e nei costumi. Ogni immagine è un quadro, un dipinto perfetto. C’è un fotogramma in particolare che mi ha fatto venire i brividi: quando il Cappellaio Matto viene imprigionato. La luce gocciola dall’alto, delinea appena le forme di Depp e si fonde poi con la fiamma delle torce, assumendo contorni rossi e dorati. Tremendamente dark, quasi quanto la Regina Bianca!

Il punto debole è la storia, sceneggiata da – udite! udite! – Linda Woolverton, già autrice di molti film d’animazione della Disney. Animazione, appunto. Peccato che quando si parla di Burton, il target di riferimento si alza leggermente, com’è giusto che sia. Tante, tante occasioni sprecate per dar vita a siparietti simpatici ma fuori luogo. Paradossalmente, gli unici personaggi riusciti sono il Leprotto Bisestile e Pincopanco e Pancopinco. Johnny Depp è sempre uguale a se stesso – un Jack Sparrow gothic – mentre Anne Hathaway sorprende. Helena Bonham Carter colpisce “visivamente”, ma quanto a caratterizzazione si limita al minimo salariale. E poi, mi spiegate cosa c’entra il Ciciarampa con Alice nel Paese delle Meraviglie? E’ davvero fuori posto!

Un film ibrido quindi, che cerca di rinnovarsi – con stratagemmi non proprio riusciti – ma di mantenere al tempo stesso la tradizione Disneyana. Fallendo.

Ve lo consiglio solo per lo Stregatto, anche se sarebbe meglio guardare la miniserie Alice su Syfy; forse meno accattivante visivamente, ma con idee intriganti!

Voto: 6/10

18 Comments

  1. @MdV: Più che altro non dovevano “convertire” in 3d un film nato in 2d. Mi sembra semplice speculazione :/

    Riguardo la traduzione dei nomi, concordo con MdV. Forse si doveva fare come con la Rowling, cercare di essere fedeli all’originale conferendo però alle parole un’assonanza con la nostra lingua ^^

  2. Hi Everyone,

    Io sono di parere opposto.
    Concordo che la sceneggiatura non era un granchè, che Johnny Depp è sempre lo stesso (impressionante come certi attori cerchino di sfatare il mito bello e basta) e che la mogliettina di Burton non abbia dato il massimo.

    Ma,
    provate voi a far incastrare una manica di questa grandezza di personaggi, dando un ritaglio più che valido a ciascuno, evidenziandone non solo le caratteristiche morfologiche ma anche il carattere stralunato!

    Non è opera da poco, fidatevi. Io ho trovato i personaggi molto interessanti e non mi sembra un così brutto film calcolando le castrazioni disneyane (enfatizzate maggiormente da un rapporto precedente burrascoso).

    La fine è un po’ stiracchiata a dire il vero, però il film nel suo insieme è grandevole e burtoniano quanto basta nell’evocazione di quei paesaggi così particolarmente deliziosi e dei personaggi decisamente accativanti.

    Si tratta di un film per ‘bambini’ e bisogna vederlo in quell’ottica,
    prendendolo per un’altro film siamo a noi a sbagliare, non Burton.

    Merita vederlo.

  3. io ho amato e amo i film di Burton perchè nelle sue esagerazioni c’è estro. qui c’era solo esagerzaione di bassa lega.
    il cappellaio di matto ha più che altro lo sguardo da folle e il tormentone sul corvo che somiglia alla scrivania… per il resto è Jack Sparrow con un pessimo taglio di capelli.
    la ragina bianca: non basta un rossetto nero per essere gothic. che poi perchè avrebbe dovuto essere una darkettona? vogliamo poi parlare di lei che sputa e poi guarda in camera per assicurarsi che il pubblico rida? (di queste scene è pieno il suo copione).
    in compenso mi è piaciuta la bonham carter, almeno lei non si fa sgamare quando dev’essere ironica.
    mi sto accorgendo solo ora di una cosa: anche a me è piaciuta la lepre marzolina, il dubbio però è: non sarà solo grazie a quel “cucchiaio” che è l’unico momento in cui tutta la sala ha riso? (e che è una scopiazzatura oscena di “scoiattolo” di Up?) mmmhhh ci rifletterò.

  4. Per la recensione, sono d’accordo con Luca. Burton poteva fare di più, ma si è dovuto adattare alla disney e ai suoi tipici “prodotti per famiglie”

  5. il tempo di alice e un tempo unico, non sequenziale,il cinema a i suoi limiti su questo secondo me la sua vera chiave e in teatro e li che si gioca il non senso.

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