L’ipocrisia della televisione

televisionePrima Mike Bongiorno, poi Santi Licheri e ora Raimondo Vianello. I volti televisivi più familiari stanno scomparendo uno dietro l’altro. Alcuni credono che siano segni precursori dell’apocalisse che avverrà nel 2012, io penso invece che sia solo la vita. La cosa che mi rattrista però è che la televisione si ricordi di questi “grandi” solamente quando sono morti. Va bene, hanno tutti vissuto pienamente, con una gran bella carriera alle spalle, ma come hanno trascorso gli ultimi anni? Da reietti, schifati dalla tv commerciale ma anche da quella di stato. Pensiamo a Mike Bongiorno ad esempio. Dopo decadi di onorato servizio, poco prima di morire, era in trattative con Sky per poter dire ancora qualcosa, per potersi ancora affacciare nelle case degli italiani.

Allora mi chiedo: perché non eliminiamo gli “adolescenti idioti” e riportiamo in televisione i veri presentatori? Perché una Enrica Bonaccorti si vede negare la possibilità di tornare in televisione? Perché Lorella Cuccarini è costretta a riciclarsi su Sky prima e ora in teatro? A me queste cose non vanno giù. Capisco che chiedere coerenza alle reti sia troppo, ma ci risparmiassero almeno le trasmissioni strappalacrime in cui commemorano i cari estinti.

Anche solo per rispetto.

Un po’ come accade in letteratura. Non posso fare a meno di pensare a Salinger. Ha segnato intere generazioni, ma molti lo hanno conosciuto solamente quando se ne è parlato in televisione e sui giornali. Perché è di moda. Stessa cosa, in ambito musicale, per Lucio Battisti. Le vendite dei suoi album sono schizzate alle stelle troppo tardi.

Lo ammetto, ho paura per Anne Rice. Un mio amico mi ha detto “sai che due dei tuoi tre scrittori preferiti sono morti?” e mi sono leggermente agitato. Anne, se mi leggi, chiuditi in casa e fai un check up completo!

2 Comments

  1. Sì, credo che tu abbia ragione: la televisione non è più quella di una volta. Non so come potremmo risolvere il problema, forse quel che dici è giusto, e dovremmo provare a “riassumere” i grandi presentatori che hanno fatto la televisione italiana. Ma non sono molto sicura che funzionerebbe. Forse, il vero problema sta nel pubblico televisivo. Non so, è un grande problema.
    Quello che, invece, mi ha impensierito di più, è il cercare di trasformare la morte di un personaggio di spettacolo, bravo, sì, ma non di abissale importanza, in un evento di fondamentale rilevanza. No, questo non mi va bene. Forse stiamo perdendo il senso delle proporzioni, e questo sì che fa paura.

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