La Pazienza di Scrivere

Impazienza. E’ questa la cosa che noto spesso negli autori esordienti, in quelle persone accumunate da una gran voglia di scrivere, di mettere su carta i loro pensieri, le loro storie. Sono l’ultima persona al mondo che può permettersi di dare consigli di scrittura, però qualcosina l’ho imparata, strada facendo. Anch’io ero molto impaziente, anch’io volevo tutto e subito. La scrittura veniva sempre al primo posto, sia ben chiaro, ma a pochi passi di distanza c’era lei, l’Impazienza.

Ho avuto una guida fantastica, grazie ad Andrea D’Angelo e ai suoi mondi immaginari, ma le cose più importanti le ho imparate, sarà banale, grazie all’esperienza. Chi scrive sa che la Pazienza è la sua unica compagna. Non si può pretendere di creare qualcosa con in mente l’idea di vederla subito pubblicata, magari tradotta all’estero, trasposta in un film o in una pièce teatrale. Alcuni lo pensano e ci riescono, sia ben chiaro, persone fortunate o ben rappresentate, ma non tutti. Lo scrittore normale presto smette di distinguere tra Pazienza e Impazienza e si concentra solo ed esclusivamente sul romanzo.

E’ buono? Non è buono? Mi soddisfa? Non mi soddisfa?

Possono volerci mesi o addirittura anni, ma non si accontenta del risultato. Anche qui poi ci sarebbe da dire molto. Quello che si è scritto una settimana fa può sembrarci perfetto e degno di “pubblicazione” (ammesso che sia questa la meta finale) ma basta aspettare qualche mese per vedere le prime crepe nell’intonaco, le prime tematiche che vanno in frantumi, lo stile arrugginito, che graffia la lingua invece di scorrervi sopra.

Pazienza quindi, è questa l’unica cosa che posso consigliare. Ognuno è libero di fare ciò che vuole, ma tutti quelli che amano davvero la scrittura prima o poi arrivano a questa stessa conclusione.

Qualità batte tempo, tempo batte impazienza.

Ho una storia in mente da anni, una storia che difficilmente potrebbe essere pubblicata. Ho ritrovato una vecchia sinossi e ho cominciato a rivederla, a restaurarla. Non so ancora cosa ne farò. Forse posterò dei capitoli sul blog o forse la terrò per me. E’ bello però sapere che non c’è più Impazienza, che non c’è più l’obiettivo a tutti i costi.

PS: Voi comunque non preoccupatevi, Lenth2 & Altri Progetti usciranno comunque in libreria, salvo problemi vari.

4 Comments

  1. Pazienza, pazienza, pazienza… so che non fa un grande effetto positivo agli aspiranti scrittori, ma è vero. Ne serve tanta. Anche per questo a me piace lasciare un libro in quiescenza per un po’ prima di rivederlo e correggerlo (il che accade prima che trovi il coraggio di inviarlo in lettura a qualcuno… ehm…)
    Ovviamente questo non significa che poi sia perfetto ma un po’ meglio del ‘cotto e digrumato subito’, quello sì…
    Non è detto che più impieghi a scriverlo più bello sarà, però ci vuole la pazienza di revisionarlo e questo anche per gli aspiranti scrittori è un concetto validissimo! Poche cose fanno parte della categoria ‘tutto e subito’.
    Buon lavoro!

  2. Miki, diciamo che la “pazienza” è una lezione che un po’ tutti abbiamo imparato a nostre spese. Per citare il mio professore di logica, viviamo in un tempo in cui vogliamo tutto e subito, dove l’immediatezza la fa da padrona. La cara vecchia pazienza è difficile da accettare e ancor più da digerire! ^^

  3. Forse oggi ancora di più, ma forse ci fa questa impressione solo perché viviamo oggi e non cento anni fa; sai una cosa? Credo che fosse così anche prima… lo scudiero che voleva diventare cavaliere e andarsene a combattere, o semplicemente il fatto che da ragazzi siamo sempre desiderosi di sembrare più grandi e fare cose da grandi… secondo me la pazienza è una dote che si sviluppa un po’ con l’età (!). Il mondo non gira alla nostra velocità, quindi a volte ci sediamo e lo aspettiamo, a volte lo rincorriamo!
    Diciamo che vale la legge di Darwin, ovvero che sopravvive il più rapido ad adattarsi, quindi la pazienza fa parte del gioco!

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